Come
opera il nostro cervello quando siamo ottimisti?
Diversi
ricercatori (Goleman, 1995, 2013; Davidson, 2012; Fredrickson, 2013)
sono concordi nell’affermare che le emozioni positive favoriscono
processi mentali e fisiologici di grande importanza che sono in grado
di migliorare la nostra vita. Un primo effetto benefico riguarda
l’ampliamento dell’arco della nostra attenzione: quando proviamo
emozioni positive siamo in grado di considerare molti più aspetti
della nostra vita e delle nostre esperienze. La psicologa Barbara
Fredrickson, che studia gli stati d’animo positivi e i loro
effetti, afferma che quando ci sentiamo bene la nostra consapevolezza
si espande passando da una posizione egocentrica ad una che comprende
il “noi”, più calorosa e aperta agli altri.
Dal
punto di vista neuronale, la positività riflette l’azione dei
circuiti di ricompensa del cervello, cioè quelli che ci consentono
di percepire come gratificante ciò che stiamo facendo. Tali circuiti
sono ricchi di dopamina e stimolano i desideri e l’impegno
necessario per raggiungere i nostri obiettivi. Questa azione si
combina con quella degli oppiacei, fra cui le endorfine che ci
permettono di percepire una sensazione di piacere in ciò che
facciamo. Tali circuiti restano attivi per tutto il tempo in cui
manteniamo un atteggiamento positivo.
Da
diverse ricerche, è emerso, inoltre, come il mantenimento di uno
stato d’animo positivo, migliori le nostre prestazioni, ci consenta
di concentrarci meglio sui nostri obiettivi, di pensare in modo più
flessibile e di perseverare nonostante i possibili insuccessi o le
difficoltà che incontriamo.
Infine,
il fatto di focalizzarci sui nostri punti di forza e sui progetti che
intendiamo realizzare, attiva quei centri del cervello che ci
consentono di intravedere nuove possibilità e di aprirci a nuove
idee, persone e progetti; al contrario, se puntiamo l’attenzione
sui nostri difetti e sugli aspetti di noi che dovremmo correggere,
alimentiamo sensi di colpa, conflitti e ansia.
A
questo proposito, Goleman (2013) afferma che la possibilità di
pensare in termini positivi e ottimistici, consente “di vedere la
rosa e non solo le spine” (p. 217). Al contrario, se ci
concentriamo spesso sui nostri aspetti fallimentari, alimentiamo una
visione pessimista: “non ci limitiamo più a concentrarci sulle
spine, ma siamo convinti che dietro al gambo ce ne siano altre ancora
più acuminate” (p. 217).
Bibliografia
Davidson,
R. J., Begley, S. (2012). The
Emotional Life of Your Brain.
New York: Hudson Street Press.
Fredrickson,
B.L., Losada, M. (2005). Positive Affect and the Complex Dynamics of
Human Flourishing. American
Psychologist, 60,
7, pp. 678-686.
Goleman,
D. (2013). Focus. Milano: RCS Libri S.P.A.